Le scuole sono state il primo luogo a chiudere, ancor prima che venisse dichiarato lo stato di emergenza e la pandemia globale.  

Le scuole non sono solo un edificio, sono il primo presidio democratico, luogo di apprendimento e di socialità e relazione; a scuola si impara, ci si confronta, si cresce e si vive insieme. Ragazze e ragazzi trascorrono una parte consistente della loro giornata fra le mura scolastiche, in classe, fra i banchi, per i corridoi e davanti alle macchinette.  

Sappiamo benissimo che far fronte a questa emergenza inizialmente non è stato semplice. I primi giorni sono stati un po’ di assestamento, era necessario capire come si sarebbe evoluta la situazione e dichiarato il lockdown, era evidente si dovesse trovare un nuovo modo per far entrare studentesse e studenti in classe senza che uscissero dalle loro case. 

La distanza è sicuramente l’elemento con cui ci si è scontrati più volte: impossibile da eliminare, ma possibile da aggirare. Con resilienza presidi, docenti e staff scolastico hanno riadattato i programmi in corsa e reso possibile il continuo delle attività con la didattica a distanza.  

Proseguire con il programma scolastico, le lezioni, i compiti in classe, le valutazioni, far connettere tutte e tutti e mantenere una relazione non è stato e non è tuttora semplice, richiede un impegno enorme da parte di tutto il corpo docente e non solo.  

In tre scuole del Municipio 6 di Milano, Liceo Scientifico Statale Elio Vittorini, IIS G. Giorgi e CFP Paullo, erano in corso i laboratori del progetto Youth for Love, in cui ragazze e ragazzi si trovavano a riflettere e approfondire un fenomeno che li riguarda e li coinvolge spesso in prima persona: la violenza di genereAll’interno del PTOF (Piano Triennale Offerta Formativa), è stato inserito questo progetto europeo che si pone l’obiettivo di sensibilizzare ed educare alla parità tra i sessi, al rispetto delle differenze e al contrasto e alla prevenzione della violenza di genere in linea con le direttive date dalle Linee Guida Nazionali del Miur. Il percorso di formazione comprende workshop e laboratori con ragazzi e ragazze, ma non solo. Nelle attività di sensibilizzazione e contrasto alla violenza di genere è coinvolto anche il corpo docentechiamato a ragionare e a lavorare non solo sulla questione della violenza di genere tra adolescenti, ma anche sulle procedure ed i regolamenti scolastici che vengono applicati in caso di violenza. Una delle attività è appunto la revisione partecipata, o la stesura nel caso in cui non dovessero essere presenti, dei regolamenti e delle procedure scolastiche. Quasi verso la fine del percorso, le attività sono state interrotte. Come il personale della scuola, anche gli educatori del progetto hanno dovuto pensare ad un modo per aggirare la distanza fisica e l’impossibilità di continuare a lavorare nelle classi.  

Riflettendo sull’importanza degli incontri e soprattutto sul percorso che studentesse e studenti stavano facendo – racconta AnnaGiulia Ferrario, educatrice del progetto YFL in due delle tre scuole – si è pensato, grazie alla collaborazione e alla disponibilità del corpo docente, di trasferire anche il laboratorio nel mondo virtuale. Ragazze e ragazzi hanno infatti partecipato agli incontri virtualmente, collegandosi dalle loro case per continuare a discutere e riflettere insieme sulle tematiche di violenza di genere, violenza e rischi del mondo web e sulla sicurezza dei luoghi e degli ambienti scolastici. Le attività e i vari moduli, continua AnnaGiulia, sono stati chiaramente rivisti e riadattati per essere svolti a distanza, senza perdere di vista però l’obiettivo principale ovvero quello di creare un clima di partecipazione, condivisione e scambio 

 

Ragazze e ragazzi hanno risposto bene alle attività affidandosi e mettendosi completamente a disposizione degli educatori sperimentando insieme questa nuova modalità di incontrarsi. Durante i laboratori, hanno anche avuto modo di confrontarsi e di riflettere insieme su come hanno vissuto e stanno vivendo questo periodo di isolamento lontani e lontane dalla scuola. È emerso che l’impegno di stare tante ore davanti al pc è pesante ed oneroso, ma questo isolamento ha permesso loro di fare una serie di riflessioni: la scuola rappresenta il luogo di aggregazione per eccellenza e quello che gli manca di più, oltre alla didattica in presenza e le dinamiche di classe, è proprio vivere e fare la vita da studenti, arrivare a scuola, fare l’intervallo, lo stare insieme”, racconta Federico di Puma educatore del progetto YFL all’IIS G. Giorgi. Insomma, ragazze e ragazzi durante il periodo di lockdown e di didattica a distanza, hanno avuto modo di riscoprire il valore e l’importanza delle relazioni. L’esito di questo esperimento è dunque molto positivoin settembre alla riapertura delle scuole – dice Federico – si spera di poter riprendere gli incontri in presenza con le classi del progetto, per rivedersi, andare avanti e concludere questo percorso fatto insieme proficuo e stimolante per tutti. 

 

Entrambi gli educatori, di cui potete vedere delle brevi testimonianze video, sono rimasti entusiasti del lavoro svolto fino ad ora con ragazze e ragazzi, e non vedono l’ora di poter portare a termine questo percorso di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, ma anche di conoscenza e condivisione, iniziato insieme.